Come Creare Contenuti Che Convertono i Tuoi Visitatori In Iscritti e Clienti. La Guida Passo-Passo per il Tuo Blog

17 ottobre 2016

come-creare-contenuti-che-convertono

Lo hai già sentito dire 1 Milione di volte…

La chiave per generare tonnellate di visite, iscritti, fan sfegatati e vendere in modo naturale e non “aggressivo” grazie al web è creare contenuti.

“Content Is King”

Creare contenuti di valore ti permette di posizionarti automaticamente come esperto di fronte a chi ti legge (dicesi “autorevolezza”), stabilire un forte di legame di fiducia con loro e sconvolgere positivamente il loro mondo.

TUTTAVIA, nonostante tu sia consapevole di tutto questo, vorresti tirare una scarpa ad ognuno che te lo ripete!

Perché anche se praticamente chiunque ti dice quanto sia importante creare contenuti di qualità, nessuno ti dà la risposta alla “fatidica” domanda:

Esattamente, come creare articoli che convertono i visitatori in VENDITE e CLIENTI?

Perché alla fine dei conti,  è questo l’obiettivo vero?

La verità è che non rimani incollato alla tastiera, spremendo il tuo cervello per trovare idee di contenuti che attirano l’attenzione, così tanto per passione.  

Lo fai per generare clienti, vendite o dei risultati concreti per la tua attività, quella che hai già o che devi ancora lanciare.

E forse non oggi, e neanche domani – ma in un “futuro incerto“ tutti i tuoi sforzi saranno ripagati…

E se NON fosse così?

  • Se il modo in cui tu pensi sia efficace creare contenuti che convertono è completamente sbagliato?
  • Se tutto il tempo che tu hai investito nella creazione di contenuti sia stato alla fine dei giochi, un completo spreco di tempo ed energie, che non genererà mai una singola entrata per la tua attività?

In effetti, questo è quello che accade…

Non solo a te, ma alla maggior parte di internet marketer (o aspiranti tali) che vogliono usare il web per generare vendite e far crescere la propria attività.

Ecco perché, PRIMA di creare qualsiasi contenuto che converte, devi avere una Strategia…

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Ed ecco perché oggi sono veramente lieto di presentarti questo splendido articolo di Roberto Tarzia, del team Marketers (quello di Dario Vignali & Co., per intenderci), su come Creare Contenuti Che Convertono i Tuoi Visitatori In Iscritti e Clienti.

Vediamo cosa scoprirai all’interno della guida:

  • Come Pianificare i Contenuti per Posizionarti nei Motori di Ricercasenza competere con “Pesci” mooolto più grandi di te
  • Come Scegliere il GIUSTO Formato di contenuti da mostrare alla GIUSTA audience (e perché non dovresti mai fidarti delle tue supposizioni…)
  • Perché non devi scrivere contenuti come un “Forsennato” e perché Meno Contenuti potrebbe essere è la soluzione migliore alle tue Esigenze. ATTENZIONE: è un fattore MOLTO Importante per le TUE Conversioni!
  • Quali sono e come ottimizzare I 4 Elementi più Importanti dei tuoi contenuti (questo è fondamentale PRIMA di pubblicare ogni singolo post)
  • L’Elemento “Segreto” N #1 in 4 Step ________  che devi ASSOLUTAMENTE aver impostato prima di creare Qualsiasi contenuto… (anche prima di pensare all’argomento!)
  • Come misurare Ogni Singolo Dato per evitare di “Lasciare sul tavolo” un gran numero di conversioni. SPOILER: stai utilizzando Google Analytics al contrario?

Mettiti comodo e goditi l’articolo ;)

Come Creare Contenuti Che Convertono i Tuoi Visitatori In Iscritti e Clienti per il Tuo Blog

Sono veramente entusiasta di questo guest post, ho avuto l’enorme piacere di conoscere Giacomo all’ultimo evento Marketers a Milano e mi sono trovato talmente bene, nonostante le poche ore passate insieme, che non vedevo l’ora di poter far qualcosa con lui.

Cos’è marketers?Aumentare la capacità di conversione del blog

E’ un gruppo di appassionati di web marketing che da meno di un anno organizza eventi di networking in Italia ed è già riuscito a raccogliere un discreto successo.

Gli ultimi due eventi, svoltisi a Milano, hanno contato complessivamente quasi 800 persone ed il prossimo in programma, a Bologna, non vuole essere da meno.

Marketers non si occupa solo di organizzare incontri di networking, sul nostro sito potrai trovare un buon numero di casi studio, guide, corsi e articoli di approfondimento.

Ok, adesso che abbiamo finito le presentazioni veniamo al dunque.

Vuoi aumentare le visite sul tuo blog e migliorare la sua capacità di conversione per generare più vendite grazie al web?

Ecco come ottimizzare la tua strategia di content marketing con alcuni consigli strategici da applicare subito al tuo blog.

Partiamo dalla pianificazione…

Pianificare la strategia non è mai una cattiva idea.

Buttarsi su un progetto con la foga del momento è fantastico – lo stomaco ti si stringe, le dita compongono velocemente sulla tastiera articoli che spiegano ogni particolare del tuo settore e contengono opinioni di alto valore, che sarebbe quasi impossibile trovare da altre parti; tutto sembra chiaro.

Sembra, perché se non hai progettato prima gli obiettivi, non può esserlo e non può portarti al risultato sperato.

Il mio primo consiglio è quindi quello di pianificare con attenzione le strategie che vuoi mettere in campo e le tempistiche con cui farlo.

Perché anche le tempistiche hanno importanza, ed aprire un gruppo Facebook prima di avere un minimo di utenti, oppure promuovere un libro prima di avere lettori interessati, potrebbe essere una scelta sbagliata.

Il “potrebbe” è d’obbligo in quanto, per pubblicizzare uno stesso progetto, potresti usare due strategie completamente diverse, ed ognuna avrebbe un suo ordine ed una sua tempistica.

Anche prima di iniziare a realizzare contenuti, è bene quindi definire un piano ben preciso.

Ma quali tools utilizzare per pianificare una tua strategia di marketing?

Strumenti utili per pianificare una strategia marketing

Personalmente trovo molto utili, per tutta la parte di progettazione, i programmi Evernote che utilizzo per la raccolta del materiale, ed Xmind, ottimo software per la creazione di mappe mentali.

Nonostante mi consideri un tipo piuttosto tecnologico, mi sono accorto che non c’è niente di meglio di una bella lavagna con tanto di pennarelli per schiarirsi le idee… forse è un po’ retrò ma ti assicuro che funziona.

Io ho acquistato questa lavagna magnetica, con il supporto per i fogli ma che permette anche di essere scriverci direttamente, cosa molto comoda.

Come Pianificare i contenuti?

Sappiamo tutti che i contenuti che dai ai tuoi utenti sono importantissimi per la buona riuscita del tuo business e per realizzare articoli che convertono realmente, ma scrivere contenuti di qualità “a caso” potrebbe essere un’inutile perdita di tempo, per non dire addirittura una scelta controproducente.

Vediamo un esempio pratico, in modo che questa mia affermazione abbia un senso.Come pianificare i contenuti

Se ti occupi della vendita di automobili, e ti metti a scrivere informazioni tecniche sul funzionamento del motore, andrai probabilmente in competizione con portali tematici molto più grossi e targettizzati di te, spendendo le tue energie inutilmente.

D’altro canto, se scrivi 40 articoli che parlano degli interni dell’ultima BMW serie 5, e sono quindi tutti molto simili come contenuti, può essere che si “cannibalizzino” fra di loro, diminuendo la rilevanza di ogni singolo articolo agli occhi dell’utente e di Google; molto meglio scrivere un solo articolo che affronta l’argomento in ogni sua sfaccettatura.

Ok, questi sono esempi limite, ma rendendoli coerenti col tuo settore vedrai che non sono poi così lontani dalla realtà.

Pertanto, cerca di avere un piano editoriale sensato, che includa solo le parole chiave che ti interessa pubblicizzare e sulle quali vuoi crescere.

Per aiutarti il mio consiglio è quello di utilizzare alcuni utili tools, come SEOZoom, che sono in grado di indirizzarti nella scelta delle giuste parole chiave da utilizzare.

Molto pratico (e completamente gratuito), anche Google Keyword Tools, uno strumento messo a disposizione a chiunque abbia un account AdWords e voglia fare un’analisi sulle parole chiave da promuovere.

Formato e mezzi di comunicazione

È un argomento che ho trattato diverse volte quello della scelta del giusto mezzo di comunicazione, come per esempio in questo articolo sui Trand del 2016, non è affatto una cosa banale e può influire pesantemente sull’andamento del tuo progetto.

Ma come scegliere il mezzo giusto per i tuoi contenuti?

Qual è il mezzo giusto per diffondere contenuti?È innegabile che il video è il futuro della comunicazione, se vuoi parlare a dei teenager in erba, e non solo, probabilmente è lo strumento ideale.

Se invece ti rivolgi a ultra 50enni forse è il caso di prendere in considerazione lunghi testi e lettere di vendita.

Ma scendiamo più nello specifico…

… tutti i formati video vanno bene per i 18enni di oggi?

Non devi tirare ad indovinare, ma devi informarti, testare e rilevare dati.

Se lo farai scoprirai che se il tuo utente tipo ha meno di 20anni, prediligerà video brevi, di massimo 5 minuti, ma scoprirai anche che la tematica del video influisce pesantemente su quanto deve essere lungo.

Prendiamo ad esempio il settore computer, se parli ad  un’utenza “enthusiast” (veri appassionati), stai tranquillo che gradiranno un video di 40 minuti che gli spiega dettagliatamente in che posizione devono essere installate le ventole per avere le migliori performance.

Ricordati quindi di selezionare attentamente lo stile, il contenuto ed il contenitore in base all’utenza alla quale ti rivolgi…

…ma non limitare la tua intraprendenza!

Cosa vuol dire?

Vediamolo con un esempio…

Piccolo esempio di pubblicità contro intuitiva

Pubblicizzeresti costumi da bagno per ragazze su Linkedin?

Esempio di pubblicità contro intuitiva

Il buon senso suggerirebbe Instagram o al limite Facebook…

eppure un piccolo marchio emergente, Bikini Luxe, ha deciso di provare a pubblicizzarsi nel social network che, sulla carta, sembrava meno adatto, ed ha avuto un successo stratosferico! (LinkedIn)!

Come ci è riuscita?

Utilizzando immagini coerenti ma non eccessivamente provocanti, creando una discussione con la community e chiedendo proprio ad essa se era il caso di promuoversi tramite la piattaforma LinkedIn.

Morale della favola: un gran numero di distributori si è interessata al marchio per il gran chiasso generato su Linkedin, portando una piccola ditta al successo.

Se sei interessato ad approfondire questa storia puoi leggere il breve articolo in lingua inglese, su Forbes, intitolato “How Bikini Luxe Has Engaged (And Enraged) On LinkedIn” oppure, in italiano, “Bikini Luxe, la startup che ha fatto impazzire LinkedIn

Dopo aver pianificato la tua strategia e aver scelto il formato ed il mezzo di comunicazione per i tuoi contenuti, è il momento passare alla loro ottimizzazione.

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Ottimizza i tuoi contenuti

Non basta scrivere tre articoli alla settimana se poi non li ottimizzi lato SEO, non ci credi?

Beh, basta guardare il blog di Giacomo, con contenuti di altissimo livello e perfettamente indicizzati, che però hanno una cadenza non proprio giornaliera, con una media di un articolo ogni 2 mesi.

Pochi? Può essere, ma ricordati che Google (e gli utenti) premia la qualità, non la quantità.

Ma partiamo però dalle basi…

Con SEO si indica la tecnica con la quale scrivere contenuti perfettamente leggibili ed indicizzabili dai motori di ricerca; non è una scienza esatta ma una disciplina in continua evoluzione, che richiede parecchio studio e sperimentazione.

Questo non toglie che un buon manuale SEO possa aiutarti a preparare degli ottimi articoli in grado di convertire, anche se non sei un esperto del settore…

Vediamo qualche tecnica base, ti darò poi qualche link con dei buoni manuali da cui iniziare.

Ottimizza i Titoli

Ogni testo che scrivi è composto da un Titolo <H1> che ne identifica l’argomento e dei sottotitoli <H2> che indicano invece il contenuto dei vari paragrafi.

Per avere un buon posizionamento bisogna che i titoli rispecchino il contenuto del paragrafo, o dell’articolo, e che possibilmente contengano la parola chiave o un suo sinonimo.

Ottimizza le immagini

Come per i testi bisogna aiutare Google a comprendere anche il contenuto delle immagini, e come per i titoli è intelligente descriverle utilizzando un testo che richiama il contenuto dell’articolo o le parole chiave scelte.

Una buona prassi è utilizzare la seguente sintassi:

<img src=”http://tuosito.com/nome-immagine.pngalt=”Contenuto Immagine” title=”Argomento immagine”>

Il nome dell’immagine è preferibile richiami l’argomento (evitiamo nomi di fantasia o strane nomenclature), in quanto Google lo legge e gli dà un peso.

L’attributo “alt” rappresenta l’immagine e viene utilizzato normalmente dai programmi per non vedenti, che, letteralmente, lo leggono.

Ora potresti pensare: “ma il mio target non è composto da persone con questo tipo di handicap!”, e quindi magari pensi che la cosa non ti interessi…

…ma in verità Google né tiene conto e gli assegna una certa importanza a livello di SEO.

Il “title” appare invece quando l’utente lascia il mouse sopra l’immagine per qualche secondo, sarebbe opportuno assegnarli qualche parola chiave; la sua importanza è minore rispetto al tag “alt” ma è comunque utile usarlo.

Link Building

Come sai, sia i testi che le immagini possono contenere un link verso contenuti interni o esterni al sito, e questi contenuti devono essere curati con attenzione, in quanto costituiscono un pilastro fondamentale per il posizionamento delle tue pagine.Come ottimizzare i contenuti

Spiegarti la link building in poche righe è piuttosto complesso, per questo cercherò di semplificarti il concetto con un semplice esempio, che ti sarà utile per avere un’idea di come i motori di ricerca interpretano i collegamenti.

Ipotizziamo tu abbia scritto un ottimo articolo, a cui Google da un “peso” di 10, se inserisci un link in uscita, verso un altro articolo, Google vedrà questo link come una segnalazione con “peso” 10, se invece inserisci due link, ognuno di essi avrà “peso” 5 e così via.

In pratica, per ogni link che aggiungi, Google da un’importanza minore alla segnalazione.

Potresti quindi ritrovarti con un ottimo articolo con un solo link in uscita, a cui viene data molta importanza, o con lo stesso identico articolo che riporta decine di link, a cui Google non farà praticamente nemmeno caso.

Ci sono diversi accorgimenti che puoi utilizzare per poter inserire diversi link all’interno di un articolo senza incappare in penalizzazioni.

Il mio consiglio è approfondire questo argomento leggendo questo articolo sulla Link Juice e queste indicazioni di Google che ti daranno un’idea di cosa siano i link “nofollow”.

La prassi vuole che si pubblichino tanti articoli brevi che puntino, tramite link, ad articoli più importanti e corposi e che quest’ultimi contengano dei link verso risorse esterne di qualità o che siano collegati ad un tuo funnel di vendita.

L’ideale sarebbe avere anche dei backlink, ovvero link provenienti da siti autorevoli verso il tuo, possibilmente naturali (ovvero non acquistati) e che non puntino alla homepage.

#Linkbuildin elemento fondamentale di qualsiasi #strategiadimarketing e per l'ottimizzazione #SEO del tuo #blog Click to Tweet

Strumenti SEO

Oltre al già citato SEOZoom, ti consiglio il plugin per WordPress “Yoast”, che ti può aiutare nella modifica degli articoli e nell’inserimento delle descrizioni.

(NOTA: Attenzione a non prendere i semafori di Yoast come oro colato, l’attività di un SEO è troppo complessa per poter essere calcolata da un semplice plugin, così come l’interpretazione del contenuto di un articolo e la sua sintassi, prendilo quindi solo come un indicatore di partenza.)

Approfondimenti

Come ti ho accennato ad inizio capitolo, voglio consigliarti qualche manuale che possa darti un aiuto concreto nell’ottimizzazione del tuo sito internet.

Il primo è Manuale di SEO Gardening di Francesco Margherita, un ottimo punto di partenza che tratta prevalentemente lo stile linguistico e l’approccio agli utenti.

Molto chiaro, poco tecnico, può davvero aiutarti nello scrivere articoli ben ottimizzati.

Il secondo è invece molto più tecnico, e ti spiegherà quali accorgimenti utilizzati per apparire nei primi risultati nelle SERP di ricerca, si tratta di SEO e SEM. Guida avanzata al web marketing.

Anche se non richiede un background tecnico ed è quindi adatto anche ai novizi, ti consiglio di leggerlo dopo aver letto SEO Gardening.

Condividi il tuo valore

Se scrivi ottimi articoli ma non trovi il modo di farli leggere, ovviamente stai sprecando il tuo tempo e le tue energie.

Come utilizzare i canali social

A volte la SEO è sufficiente, ma spesso è intelligente utilizzare i canali social per la condivisione dei tuoi contenuti.

Un’idea intelligente è quella nell’entrare in gruppi Facebook che lo permettono ed inserire i riferimenti a qualche tuo articolo, possibilmente come risorsa utile ad una domanda di un utente, e non come contenuto “spammoso” ed indesiderato.

Un altro metodo ancora?

Realizzare dei guest post (come questo) e proporti a persone autorevoli nel tuo settore o in settori limitrofi, che possano avere interesse nel pubblicare i tuoi contenuti.

Inoltre, considera seriamente anche l’advertising per far crescere velocemente la tua audience e generare lead e prospetti.

Ricordati che in questo caso è opportuno usare come pagina di atterraggio non la home del tuo sito ma una landing page studiata appositamente per interessare l’utente e magari convincerlo ad iscriversi alla tua newsletter.

Crea percorsi

E’ importante creare dei percorsi all’interno dei tuoi articoli, del tuo sito internet e delle tue landing page.

L’utente deve essere indotto ad entrare all’interno del tuo funnel di vendita, proponendogli del materiale interessante – detto anche freebie – che gli offrirai in cambio della sua iscrizione alla tua lista utenti.

Apportando valore al visitatore, tramite i tuoi contenuti, otterrai il duplice effetto di aumentare la tua brand awareness, ovvero l’opinione che gli utenti hanno di te come professionista, e di ottenere nuovi lead su cui lavorare.

Misura tutto, misura sempre!

Non basta creare articoli che convertono e portare gli utenti sul tuo sito, devi anche analizzare come lo usano, quali sezioni guardano e se ci sono dei problemi “di flusso” verso le pagine principali.

Potresti così scoprire il form “iscriviti alla newsletter” non è poi così visibile, oppure che, se aperto da smartphone, il sito si blocca alla mappa, impedendo di scendere oltre (cosa che succede spesso e volentieri).

(In questo caso molti dei tuoi sforzi saranno inutili!)

È inoltre opportuno sapere da dove arrivano i tuoi utenti, quanto tempo si fermano su un determinato articolo e quale contenuto genera le migliori performance.

Sfrutta google analytics

Insomma, il lavoro da fare è molto e non dei più semplici, il mio consiglio è quello di non appesantire il tuo blog con plugin ma di rivolgerti a Google Analytics, servizio offerto gratuitamente da Google che ti aiuterà a rilevare tutti i dati necessari.

Ricordati però che sono talmente tante le informazioni che puoi ricavarci, che è il caso di decidere prima cosa vuoi sapere e poi impostare il servizio in modo che te lo dica.

Fare il contrario, ovvero rilevare tutto e poi leggere i risultati, difficilmente ti porterà ad ottenere dei dati facilmente analizzabili ed utilizzabili per i raggiungere i TUOI risultati..

E’ inoltre importante sapere che le misurazioni devono essere fatte su una struttura di vendita impostata correttamente, che deve comprendere un funnel di vendita, normalmente sviluppato in tre passaggi: Lead generation, nurturing e call to action.

Funnel di Vendita impostato

Quando si parla di conversioni, inevitabilmente, si parla di funnel di vendita, ovvero di quel percorso che porta l’utente dal conoscerti al voler acquistare il tuo prodotto o servizio.Come usare i funnel di vendita

Si tratta di una fase molto delicata, in quanto un funnel troppo aggressivo spaventerà il possibile acquirente mentre un funnel troppo mite non sortirà alcun effetto.

Il tipo di linguaggio da utilizzare, la frequenza dei contatti e la tipologia degli argomenti da trattare, dipendono dalla nicchia che hai scelto e dall’approccio che hai utilizzato coi tuoi utenti.

Nonostante questo, ci sono alcune tecniche “sempreverdi”, ovvero che vanno bene in qualunque situazione.

Vediamo quindi un esempio concreto di funnel di vendita, che puoi applicare immediatamente al tuo prodotto.

Lead Generation e non solo

La prima fase è l’acquisizione dei lead, può avvenire in diversi modi, ma sicuramente il più rapido è quello di acquisirli tramite advertising, ovvero facendo delle pubblicità mirate su Google, Facebook o Linkedin.

Il mio consiglio è quello di effettuare dei test, spendendo non più di 5euro al giorno per una settimana: una volta targettizzato il giusto pubblico e raffinata la strategia, potrai aumentare il budget.

Se non hai mai utilizzato le pubblicità a pagamento, ti consiglio di studiare prima qualche tecnica, per esempio leggendo l’ottimo libro “La pubblicità su Facebook. Solo i numeri che contano”, adatto anche a chi non ha mai aperto l’account di Facebook Business, oppure “Google AdWords. La guida definitiva”.

Ricordati che non è importante lavorare solo sui nuovi potenziali clienti, ma è fondamentale sfruttare i lead già presenti all’interno della tua lista mail, realizzando contenuti “ad hoc”, targettizzandoli in maniera mirata | utilizzando, per esempio, il potente sistema di tagging offerto da Active Campaign | e guidandoli nel tuo processo di vendita.

Un “trucco” per convincere il tuo iscritto a seguirti all’interno del processo di vendita è quello di utilizzare uno storytelling, ovvero preparare una serie di mail che raccontano una storia.

Può un fatto che ti è capitato, oppure come hai fatto ad uscire da una situazione problematica, dando come compenso finale la possibilità di accedere alla soluzione, che può essere un corso, una consulenza o qualsiasi altro prodotto tu intenda pubblicizzare.

(NOTA: Vuoi un Sistema provato per generare Lead e Vendite grazie a Facebook? Scopri Come ho Generato oltre 13.000 Nuovi Iscritti e 857 Clienti Paganti usando ESCLUSIVAMENTE Facebook ADs… In Meno di 6 mesi. Clicca Qui )

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Pagina di atterraggio

Ovviamente, una volta che l’utente ha premuto sul tuo banner pubblicitario, o sugli appositi link inseriti all’interno delle newsletter, non può finire semplicemente sulla tua Homepage, ma deve essere indirizzato su una Landing Page, ovvero una pagina realizzata specificatamente per convertire i visitatori in utenti registrati.

Personalmente utilizzo instapage + activecampaign, ma questo non toglie che tu possa utilizzare il servizio o plugin wordpress che più ti aggrada (OptimizePress è il più consigliato).

Lead Nurturing

La lead nurturing non è altro che l’insieme di tecniche e metodi utilizzati per mantenere vivo l’interesse dell’utente, proponendogli informazioni di suo interesse e di valore che lo aiutuno nel raggiugimento dei suoi risultati, ne solletichino la curiosità, aumentino la tua credibilità e lo spingono ad acquistare i tuoi prodotti.

Se fatta bene la comunicazione tramite email è una potentissima arma di marketing…

… tuttavia, nonostante questo la maggior parte delle aziende si limita a mandare i propri listini prezzi via mail o posta.

Per quale motivo?

E’ molto più semplice mandarti il mio listino e le offerte promozionali, piuttosto che produrre informazioni utili.

Ed è proprio per questo che puoi giocare questa carta a tuo favore, differenziandoti da tutti gli altri!

Quindi, dopo aver raccolto la mail dei tuoi utenti, tramite Landing Page oppure inserendo appositi pop-up e  moduli sul tuo sito, potrai contattarli tramite una newsletter che, se fatta bene, potrà portarti ottimi risultati, ovvero vendite…

Realizza contenuti utili ed imperdibili per i tuoi utenti. #Crearevalore è impegnativo ma produce #risultati Click to Tweet

Concludi la vendita

Dopo aver acquisito l’utente ed averlo formato nel modo giusto, potrai portarlo di fronte alle offerte del tuo prodotto o servizio; se il lavoro fatto fino ad ora è stato fatto bene, vedrai che avrai grandi soddisfazioni, altrimenti analizza il funnel e vedi cosa non funziona, in modo da correggerlo.

Variazioni del funnel

Come ti ho già accennato, non ci sono solo Facebook ADS e AdWords per l’acquisizione clienti, così come non esiste solamente la newsletter per effettuare la lead nurturing.

Altri metodi per acquisire lead sono l’utilizzo del proprio sito o blog, opportunamente predisposto per convincere l’utente a lasciarti i suoi dati; normalmente lo si fa attraverso un freebie, ovvero un “regalo”.

Tu utente mi lasci la tua mail, io in cambio ti faccio accedere ad un video che risolve una determinata problematica, oppure ti faccio scaricare un PDF con una lista di informazioni utili.

Oppure potresti raccogliere i dati direttamente sul campo, per esempio, se gestisci una palestra, i tuoi utenti saranno naturalmente predisposti a lasciarti tutti i loro dati, dalla mail al numero di cellulare ed il paese di residenza, dati utilissimi in fase di retargeting e lead generation.

Retargeting?

Il retargeting è una potente tecnica di marketing, che ti permette di “inseguire” il tuo utente anche dopo che ha abbandonato le pagine del tuo sito.Cos'è il retargeting?

Ipotizziamo tu abbia un sito che vende scarpe da ginnastica, e che ti sia fermato sulla pagina di una scarpa sportiva senza acquistarla perché non convinto.

Attraverso il retargeting, le tue pubblicità su Google o Facebook, quando visualizzate da questo utente, riguarderanno proprio la scarpe per cui aveva mostrato interesse, ricordandogli continuamente di acquistarla in offerta dal tuo sito.

Non male, no?

(CONTENUTO CORRELATO: Se vuoi approfondire il retargeting su Facebook, Guarda Questo articolo e Scopri Il Processo In 3 Step Per Duplicare I Tuoi Iscritti e Clienti A Costi Davvero Ridicoli!  Clicca Qui)

La costanza è indispensabile

Per concludere, ricordati che la costanza nel pubblicare è indispensabile per ottenere buoni risultati e mantenere i tuoi utenti interessati al tuo lavoro.

Non devi pubblicare 10 articoli alla settimana, ma nemmeno uno ogni sei mesi, altrimenti la gente si dimentica di te, di chi sei, di come lavori e come ragioni.

Non te lo puoi permettere.

Il mio consiglio è quello di stendere un programma editoriale e cercare di rispettarlo il meglio possibile…

…forse non vedrai risultati nel medio periodo, ma stai tranquillo che a lungo andare verrai ripagato da ogni sforzo.

Se hai voglia di condividere con noi la tua esperienza lascia un commento qua sotto, sarò felice di risponderti, e non dimenticarti di fare un salto a trovarci su marketers.media, troverai parecchio materiale interessante.

 

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About Roberto Tarzia

Nato fotografo, cresciuto informatico, inizio a pensare che morirò sul web 😉 ! Aiuto aziende e professionisti a sviluppare la strategia più efficace per promuoversi in internet.

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  • http://www.virtualalessia.com Alessia

    articolo utilissimo, grazie! Il mio calendario editoriale è stato creato poi devastato poi ricreato con le infografiche, ma dopo aver capito che, come dici, c’è bisogno di qualità, non di quantità, ho scelto di pubblicare due articoli al mese con tematiche ben precise. Così ho creato un ritmo che non è troppo intenso e si coniuga bene con il mio lavoro.

    • http://www.studiofftarzia.com/ T.Roberto

      Grazie a te, sono contento tu lo abbia trovato utile! Fare due articoli al mese di vero valore non é affatto semplice, nè alla portata di tutti! Ma sicuramente ripaga sul medio periodo, se fatto nella giusta maniera 😉

      • http://www.anh.coach Anh

        Ciao a tutti, mi aggrego anche io alla conversazione e vi faccio i complimenti per questo articolo ricco di spunti :) Attualmente sto pubblicando 1 articolo a settimana, ma sto pensando di diminuire il numero di articoli per farne di meno ma più lunghi e esaustivi (1 o 2 al mese). Voglio concentrarmi sui temi più importanti e creare degli articoli-guida. Ci sarà un bel daffare, ma credo ne valga la pena 😉

        • https://www.internetbusinesscafe.it/ Giacomo Freddi

          Ciao @anh_coach:disqus , esatto, ti assicuro che ne vale assolutamente la pena 😉

    • https://www.internetbusinesscafe.it/ Giacomo Freddi

      @Virtual_AlessiaVA:disqus BINGO! Quando scrivi per il web bisogna sempre tenere a mente che chiedi alle persone di dedicarti il loro tempo (la risorsa in assoluto più preziosa di ogni altra cosa), quindi non puoi rubare tempo dando contenuti inutili o “mediocri”… Meglio sacrificare il numero di pubblicazioni per dei contenuti di alta qualità e che sono UTILI per il lettore (che quindi passa da “lettore” a “futuro cliente”)… 😉

  • Rodolfo Monacelli Due

    Complimenti a @robertotarzia:disqus per l’articolo e grazie a @Giacomo Freddi:disqus per averlo pubblicato.
    Se dovessi scrivere tutto quello su cui sono d’accordo non basterebbe lo spazio di questo commento… quindi vado direttamente alle due uniche cose su cui sono parzialmente in disaccordo.

    1) Yoast Seo: Come dici anche giustamente tu Yoast non è oro colato. Ma io sarei anche più “radicale”: Yoast Seo personalmente lo utilizzo per altre cose (la mappa del sito, ad esempio), ma non certo per l’ottimizzazione dell’articolo. Non solo in molte cose è superficiale, ma in alcuni casi può portarti ad errori molto gravi (ne cito solo due: non considera i sinonimi e ragiona ancora in termini di Keyword Stuffing).

    2) Link Building: personalmente consiglio sempre, quando si vuole posizionare il proprio sito web, di ragionare in termini di scalabilità. In altre parole, prima posizionare l’Home Page, poi le pagine rilevanti, eccetera (una pagina per una keyword, ovviamente). Quindi, soprattutto all’inizio, io cercherei di posizionare la Home (anche tramite link building) per la keyword che si è scelta. Home Page che, a mio parere, deve però avere uno spazio per lasciare la mail e ricevere l’omaggio o comunque un richiamo, un link, alla squeeze page.

    Naturalmente, questo vale SOLO in ottica Seo… se si parla di advertising invece… il link deve essere obbligatoriamente alla Squeeze Page.

    3) Infine… tu parli giustamente di h1 e h2… non pensi sia utile anche l’h3 (che del resto, viene utilizzato in questo articolo)?

    Ancora complimenti per l’articolo :)

    • http://www.studiofftarzia.com/ T.Roberto

      Ti ringrazio per i complimenti @rodolfomonacellidue:disqus sono contento l’articolo ti sia piaciuto 😉 !
      Le tue considerazioni sono assolutamente condivisibili, rispondendo in ordine:
      1-Yoast è uno strumento molto utile ma non ho voluto soffermarmi su di esso in questo articolo, infatti non ho nemmeno accennato alle site maps o ad altre caratteristiche, fra cui il comodo plugin per Google Analytics, anche se probabilmente sono più significative rispetto ai famosi semafori; ci son fior fiore di articoli che ne parlano, inclusi i libri suggeriti :) .
      Diciamo che per un utente che parte da zero, le indicazioni date da Yoast, seppur molto limitate, sono già qualcosa.

      2-Penso dipenda molto dalla strategia che si decide di utilizzare, dal tipo di rapporto (e contratto) che si ha col cliente e da altri fattori che è impossibile analizzare affrontandoli solo per ipotesi.
      Personalmente ho uno stile di lavoro differente e presto meno attenzione alla home, ma ripeto, sono molti i parametri di prendere in considerazione.

      3-Faccio largo uso di H1 ed H2, soprattutto per quanto concerne il posizionamento, se l’articolo lo permette arrivo fino agli H3 come hai visto, ma sono molto meno significativi in ottica SEO e su articoli inferiori alle 2000 parole trovo spezzino troppo il ritmo… anche in questo caso bisogna prendere ed analizzare ogni articolo, lo stile di chi gli scrive e valutare il da farsi, non penso esista un metodo “giusto” a priori… anche perché altrimenti basterebbe una guida universale 😀

      • Rodolfo Monacelli Due

        Grazie per la risposta @robertotarzia:disqus :)

        Sono d’accordo che dipende da molteplici fattori (il target innanzitutto) e la strategia che si vuole adottare. Io ad esempio ho iniziato a posizionare la Home (e ora passo alle altre) e non ho mai scritto in vita mia articoli più brevi di 2000 parole :))))

        Ancora complimenti :)

  • https://www.nextre.it Nextre Engineering

    Veramente un’ottima guida, è un peccato non tenerla aggiornata con nuovi tool e novità!